Dieta Chetogenica, i vantaggi ,la fisiologia, e chi può farla.
- Dr. Bruno Napolitano Biologo Nutrizionista
- 19 mag 2019
- Tempo di lettura: 3 min
Introduzione:
Se c’è una dieta la cui natura è spesso fraintesa quella è la dieta chetogenica. Molto spesso viene confusa con una dieta iperproteica, ma se viene condotta in modo corretto e sotto guida medica, e’ in realtà una dieta normoproteica. Esaltata da alcuni come mezzo efficacissimo per il dimagrimento, demonizzata da altri per i supposti – e spesso esagerati per i rischi che gli si attribuiscono, è in realtà uno strumento importante in tutta una serie di situazioni; un regime alimentare particolare che va utilizzato con le dovute precauzioni, ma che può garantire risultati rilevanti dove altri metodi spesso falliscono.
Un po’ di storia..
Una prima reale applicazione di dieta chetogenica per trattare specifiche patologie risale agli anni 20 del secolo scorso, quando Wilder ed altri la utilizzarono per controllare attacchi in pazienti pediatrici affetti da epilessia non trattabile con i farmaci allora disponibili. Successivamente utilizzata negli anni 90 e da allora sempre più diffusa. Negli ultimi anni si è visto un rinnovato interesse della comunità scientifica nei confronti di questo regime alimentare, con l’avvio di promettenti filoni di indagine sull’utilizzo della chetogenica oltre che per il trattamento dell’epilessia e dell’obesità anche per quello di altre patologie come certe forme tumorali, alcune patologie neurologiche come Alzheimer e Parkinson, varie forme di cefalea, il Diabete e la Sindrome Metabolica.
Chi può farla??
La dieta chetogenica può essere considerata alla stregua di un farmaco e per questo non dovrebbe essere fatta da soli a casa senza la supervisione di un medico. Per la sua fisiologica azione a livello del sistema nervoso centrale, è indicata per i casi di epilessia resistente ai farmaci: alcuni specialisti la suggeriscono anche per il trattamento delle cefalee più gravi, mentre nuovi studi stanno valutando la sua possibile applicazione nel campo delle malattie neurodegenerative, come il Parkinson e l’Alzheimer.
Chi non deve farla!
La dieta chetogenica è controindicata nelle donne in gravidanza e allattamento, nelle persone che soffrono di insufficienza epatica, cardiaca o renale, nei giovani malati di diabete di tipo 1, nei soggetti con disturbi psichici e comportamentali (anoressia, abuso di alcol e droghe), e in chi soffre di angina instabile, aritmie, porfiria o ha avuto da poco un infarto
Fisiologia della Dieta chetogenica.
Disponiamo di diverse forme di accumulo di riserve, la più consistente è quella rappresentata dal tessuto adiposo, che in un individuo medio , può ammontare circa al 20% , mentre le scorte di carboidrati ammontano a poco meno dell’1%. Quando il glucosio scarseggia la maggior parte di organi e tessuti può utilizzare acidi grassi come fonte di energia, o può convertire altre sostanze in zuccheri, soprattutto alcuni aminoacidi come alanina e glutamina, attraverso un processo chiamato gluconeogenesi. Alcuni organi e tessuti come cervello e Sistema Nervoso Centrale, globuli rossi, e fibre muscolari di tipo II non sono in grado di utilizzare gli acidi grassi liberi, ma in condizioni di carenza di glucosio possono utilizzare i corpi chetonici, sostanze derivate dalle scorte lipidiche, la cui concentrazione è usualmente molto ridotta in condizioni normali ma sale in misura notevole in situazioni particolari, come un digiuno prolungato o un lungo periodo senza introduzione di carboidrati. L’aumento della concentrazione di corpi chetonici nel sangue conseguente al digiuno o alla riduzione severa del loro apporto con la dieta è una condizione del tutto naturale definita chetosi, un meccanismo evolutosi per far fronte alle stringenti esigenze metaboliche. La restrizione severa dell’apporto di carboidrati, attraverso l’azione su ormoni quali insulina e glucagone, promuove la mobilitazione di lipidi dai tessuti di riserva e la loro utilizzazione a scopo energetico. Vista la scarsità di glucosio l’acetilCoA presente viene utilizzato per la produzione di corpi chetonici, sostanze dai nomi complessi come acetone, acetoacetato e acido β-idrossibutirrico, che divengono carburante d’elezione per le cellule del Sistema Nervoso Centrale.
Come e’ composta una dieta chetogenica
Due sono gli elementi alla base dei protocolli di dieta chetogenica più comunemente utilizzati per il dimagrimento (i protocolli utilizzati a scopo terapeutico, specie in ambito neuorologico, presentano caratteristiche diverse) :
riduzione dell’apporto giornaliero di carboidrati al di sotto dei 30 g al giorno. Quando il consumo di carboidrati supera questo valore soglia è difficile riuscire a indurre lo stato di chetosi.
riduzione dell’apporto calorico intorno alle 1200 kcal al giorno, per arrivare fino a 800/900 kcal/die nelle VLCKD (Very Low Calories Ketogenic Diet).
Il contributo proteico, al contrario di quanto comunemente si crede, viene mantenuto su valori di poco superiori a quanto indicato nelle linee guida, valori che oscillano intorno a 1-1,5 g per kg di peso corporeo, attestandosi intorno ai 50/120 grammi giornalieri a seconda delle caratteristiche del paziente.

BRUNO NAPOLITANO
BIOLGO NUTRZIONISTA
Comments